Continuano le storie della Strega Aislin e il suo castello Baleerie...
Riprendiamo il nostro viaggio nel castello di Baleerie, dove ogni domenica si intrecciano vite, magia e storie, ciascuna unica come i riflessi di luce che danzano nei lampadari. Aislin si troverà ad affrontare il suo passato, richiamata dallo specchio nero... Ritroverà un oggetto perduto che le apparteneva in un’altra vita... Cosa mai vorrà svelarle questo misterioso reperto?
Aislin era nella Sala degli Specchi del castello di Baleerie, immersa in un silenzio che pareva tangibile. L’unica fonte di luce proveniva dalle candele disposte attorno a un antico specchio nero, lucido e misterioso come la superficie di un lago immobile, sulla dispensa. Quello specchio aveva il potere di proiettare frammenti di qualcosa di più profondo, un’eco visiva di memorie lontane.
Una sensazione sconosciuta le aveva attraversato il cuore: un richiamo sommesso, un bisbiglio quasi impercettibile che sembrava emergere dal passato, una emozione precisa: nostalgia, un pizzico di dolore e un desiderio che bruciava sotto la pelle. Lo specchio nero le aveva mostrato qualcosa di familiare, un oggetto che sembrava parte di lei stessa, ma che non riconosceva. Era come se un pezzo della sua anima, perduto in una vita precedente, stesse cercando di tornare a casa.
Determinata a trovare risposte, Aislin si mise a preparare il viaggio, consultò i suoi tomi antichi, sfogliando pagine ingiallite che sembravano risponderle con un muto consenso. Ogni preparativo era intriso di cura: polveri di quarzo lunare, una bussola d’ottone che non puntava mai verso nord ma seguiva le vibrazioni della magia, e il suo specchio nero, custode delle visioni. Questo strumento, unico e prezioso, era capace di riflettere il passato, ma anche i segreti che il presente celava.
Lothar, il suo amico immaginario, decise di accompagnarla, mutaforma e impalpabile, era una presenza costante e rassicurante, la sua voce, che sembrava nascere dal vento tra le foglie, portava sempre una sfumatura di saggezza e mistero. "Questo viaggio," disse, "non sarà solo per trovare un oggetto. È un passo verso la comprensione di chi sei."
Dopo giorni di cammino attraverso foreste dense e sentieri dimenticati, Aislin giunse a Thalindor un piccolo villaggio nascosto tra montagne imponenti. Il nome risuonava nella sua mente come un canto antico, evocando ricordi che non poteva collocare. Le case, fatte di pietra grezza e tetti di ardesia, sembravano parte integrante del paesaggio, come se fossero cresciute lì, insieme agli alberi.
Al centro del villaggio, una piazza circolare era pavimentata con ciottoli consunti, e al suo cuore sorgeva una fontana. La statua di pietra che la adornava raffigurava una figura femminile avvolta in un mantello, con il volto rivolto al cielo e gli occhi vuoti, come se osservasse qualcosa al di là del visibile. Un brusio costante sembrava emanare dalla fontana, un suono che si dissolveva nel vento.
Gli abitanti Thalindor la guardarono con curiosità, non ostili, ma consapevoli che non fosse una viandante comune. Gli abiti raffinati di Aislin e la sua borsa particolare erano inequivocabili segni della sua natura di strega. Una donna anziana, dagli occhi profondi come pozzi d’acqua, si avvicinò a lei: "Tu cerchi qualcosa," disse con un sorriso velato. "In questo luogo, nulla si dimentica veramente."
Per diversi giorni, Aislin si immerse nella vita del villaggio, prendendosi il tempo per conoscere i suoi abitanti. Ciascuno portava con sé un pezzetto di saggezza o una storia che sembrava intrecciarsi al mistero che lei stava cercando di risolvere.
La magia dello specchio, pensò, ha bisogno di tempo per manifestarsi, e in quell’attesa trovò persone meravigliose, custodi di segreti e bellezze nascoste, che le rivelarono il lato più umano e incantato del luogo.
Ogni notte, Aislin si ritirava nella stanza che aveva trovato nel villaggio, accendendo candele disposte in un cerchio rituale, lo specchio nero era sempre davanti a lei, come un portale che cercava di aprire. Parole antiche e cariche di potere fluivano dalle sue labbra, e lentamente lo specchio iniziò, finalmente a rivelare frammenti: una scatola di legno intagliata con simboli intricati, nascosta sotto una radice nodosa in una radura vicina.
Il giorno seguente, Aislin seguì il sentiero indicato dallo specchio, con Lothar che si muoveva silenziosamente accanto a lei.
La radura era un luogo sospeso tra il reale e l’irreale, gli alberi si piegavano con forme quasi umane, le radici serpeggiavano sulla terra come mani intrecciate, e piccoli fiori bianchi, simili a stelle, punteggiavano il terreno, una luce diffusa e morbida sembrava provenire dal nulla, avvolgendo tutto in un’atmosfera onirica.
Scavando sotto la radice dell’albero indicato dallo specchio, trovò la scatola che aveva visto. Quando la aprì, vide un amuleto, aveva la forma strana, di un cerchio spezzato, con due estremità che sembravano cercarsi senza mai toccarsi. Al centro, un frammento di cristallo azzurro galleggiava, sospeso come per incanto, pulsando di una luce tenue, quasi respirasse. Lungo i bordi irregolari del cerchio, simboli arcani si intrecciavano, mutando forma ogni volta che la luce li colpiva, come se narrassero una storia che solo l’amuleto conosceva. Era un oggetto incompleto, ma colmo di energia, un enigma sospeso tra passato e futuro. Emanava un calore sottile, come un battito lontano ma persistente. Aislin sentì il cuore stringersi. Era un oggetto straordinario, ma sapeva che non era tutto, simboleggiava un frammento di un disegno che ancora le sfuggiva. Non poteva ignorare il senso di incompletezza che la avvolgeva, come una melodia interrotta.
"C’è di più," sussurrò, stringendo l’amuleto al petto.
"Qualcosa mi sta chiamando, con forza e vigore."
Lothar, sempre accanto a lei, parlò con la sua voce serena: "Questo è solo l’inizio. Ogni pezzetto si rivelerà a tempo debito, ma non tutti i segreti possono essere svelati in un giorno."
Aislin annuì, sapendo che il viaggio non era ancora finito, doveva tornare a Baleerie, e l’amuleto doveva essere mostrato a Nimandra. Se c’era qualcuno in grado di captare le storie nascoste negli oggetti, era lei. E forse, con il suo dono, avrebbe potuto decifrare i frammenti di un passato che stava richiamando Aislin con una voce sempre più forte.
Mentre lasciava la radura, il vento parlottava tra gli alberi, e Aislin sentì una promessa sospesa nell’aria: quella che il suo cammino, seppur ancora incerto, l’avrebbe condotta a una verità più grande di quanto potesse immaginare…
Continua….
Con Infinito amore
Carla Babudri
Il richiamo dell’amuleto perduto e lo specchio nero - Storie di Magia del castello di Baleerie e la strega Aislin è creata dalla mia fantasia.
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*Conosci le immagini e non sono nominate all'interno del mio sito o il manca il nome dell'artista?
Ti chiedo gentilmente di informarmi cosi posso onorare il lavoro dell'artista.
Mi astengo da qualsiasi responsabilità per le immagini o foto in cui non viene menzionato l'artista, prelievo tutto da internet e qualora fosse indicato il nome dell'autore è mia premura nominarlo, SEMPRE!
Grazie Carla
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