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Immagine del redattoreCarla Babudri

Esisti, solo che non lo sai…

Aggiornamento: 15 dic 2019


Oh sei arrivato!

Il mio cuore da tempo si preparava battendo la canzone sacra, mi hai sentito?

Hai ascoltato la mia chiamata anche quando la mia voce era troppo umile per pronunciare il tuo nome?

Ogni centimetro della mia pelle, ogni gemito scricchiolante di queste mie ossa, dalle ginocchia al collo, e ogni scintilla prodotta dalle mie cellule, che danzava cremisi e mi scorreva nelle vene è stata una invocazione epica e incarnata che ho creato, solo per te.

Ho costruito questo cerchio di pietre nelle mie nebbie psichiche, sul terreno ancestrale consacrato in nome della gioia ribelle e della memoria, e tu sei arrivato.

La luna mi ha parlato e sussurrato tutti i segreti del mio tempo, questa cantante argentea ha riversato dalla sua antica bocca tutta la saggezza di cui avevo bisogno per rivendicare questa chiamata nel tempo.

Entrambi siamo citati per nome.

Mi sono rimasti tra le mani i tuoi doni, le tue parole poetiche, i tuoi incanti pronunciati a occhi chiusi, le preghiere bisbigliate tra il fango e i fiori, la passione nelle grotte, dove alberi di salici immagazzinavano il potere, protetti dai fantasmi che cantavano.

Il mio silenzio era abbastanza rumoroso da sentire il caos che mi procuravi nel cuore?

Solo per stanotte, prima che la luna nuova ci rimandi a girare verso la fruizione, insegnami il linguaggio giusto di quei sigilli, per strapparli dal cuore dove sono depositate le reliquie dell’anima, e lì in quel posto segreto ci sono anch’io, felicemente intrappolata nella spirale del tuo tempo.

E da secoli che vagabondo in quel sentimento, cercando impronte che mi riportano a casa, che riportino da te.

Ti ho incoronato con foglie d’edera direttamente nell’oblio, mentre insieme ci stringevamo in ogni singola nostra divinità riflessi negli occhi dell’altro, mentre una preghiera veniva sussurrata nel vento, e il ritmo dei fianchi a inclinazione lenta si muoveva attraverso il tempo.

Lo vedi, siamo seduti nel bel mezzo della divina commedia nella natura e stiamo respirando poesia solenne.

E’ tutto così perfetto, siamo sdraiati sul terreno fertile, e quando ti sono accanto, mi sento eterea, avvolta dal potere che mi oscilla da una parte all’altra in modo sensuale.

Tu sorseggi rugiada d’anima e senza paura passo a rassegna ogni singolo tuo sogno, quanta grazia proclamata.

Tu amore mio, la tua ricchezza abbonda con suoni remoti, e ho imparato a ballare guardatoti in silenzio.

Poi torna il buio, e tu vai via, ma continuerò ad amarti finché questo tempo non sarà finito, sollevata dal canto degli uccelli e dotata di nuovi germogli mi sveglierò e sorriderò a tutti gli spettri.

Forse non ti conosco o forse conosco solo le cerimonie, e i ritmi dei tamburi che con l’idromele versato sull’altare celebra la consacrazione dei corpi, illuminata dalla luna curiosa e sorridente mentre scrivo parole che corrono verso il vento…

Con Amore

Carla

Al mio Deimon Ispiratore

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