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Dal Gelo al Germoglio: un cammino di magia - 2° settimana

Immagine del redattore: Carla BabudriCarla Babudri

L'inverno stringe ancora la terra nel suo abbraccio gelido, ma sotto il manto di neve qualcosa si muove, silenzioso. Un fremito impercettibile annuncia il risveglio: siamo in quel momento di soglia, in cui la luce inizia timidamente a farsi strada tra le ombre, segnando il passaggio dall'attesa a


E se attraversiamo questa soglia insieme?


Dal Gelo al Germoglio è un viaggio di cinque settimane per accompagnare il passaggio dall'inverno alla primavera. Un percorso tra miti, incantesimi e saggezze ancestrali , per vivere consapevolmente questa trasformazione e lasciarci guidare dal ritmo sottile della natura.


Come funziona?

Ogni settimana esploreremo una soglia con:

Un racconto evocativo legato alla stagione e ai suoi simboli

Un incantesimo per lavorare con l'energia del momento

Un rituale per immergerci nella magia del passaggio


Come partecipare?

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Lasciati guidare dalla luce che ritorna, segui il ritmo della trasformazione.

È il momento di attraversare la prima soglia. Sei pronta/o?


Hai perso la prima settimana, la prima soglia? 

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l viaggio continua… sei ancora in tempo per attraversare la soglia!


Brighid Cailleach Bucaneve
Winter Fairy - Alla Tsank

Settimana n. 2: Le Vie dell’Ombra – Ecate, Giusquiamo, i Segugi Infernali, i Serpenti


Dove Stiamo andando?


Dopo il primo passo verso il risveglio, il cammino ci porta a esplorare l’altro lato della luce: l’ombra. Ogni trasformazione passa attraverso una discesa, un attraversamento del mistero, una danza con le forze profonde che abitano ai margini della coscienza. Questa settimana è dedicata alla guida attraverso questi territori sconosciuti, dove la notte è custode di segreti e rivelazioni.


Qui incontreremo gli archetipi oscuri e ogni simbolo, ci guiderà in una discesa necessaria per riconoscere la nostra ombra e riscoprire il nostro potere interiore.


Ecate: la Signora delle Soglie


Ecate è una delle divinità più misteriose e antiche del pantheon greco, una dea che sfugge a ogni definizione rigida e che si muove tra le dimensioni della realtà con il passo leggero di chi conosce i segreti nascosti del cosmo. Figlia dei Titani Perses e Asteria, è la dea dei crocevia, delle soglie, della notte e della magia. Il suo potere è arcaico, legato agli aspetti primordiali della conoscenza, ai rituali di passaggio e alla connessione con il mondo dei morti.

Dal Gelo al Germoglio: un cammino di magia - 2° settimana

È una divinità triplice, associata alla luna e alle tre fasi della vita: fanciulla, madre e anziana, e per questo venerata nelle sue tre manifestazioni. Spesso raffigurata con tre volti o accompagnata da cani neri, simbolo del suo legame con l’invisibile, cammina ai confini tra luce e oscurità, tra la vita e la morte, tra il noto e l’ignoto.


Ecate compare in diversi testi della letteratura classica: nella Teogonia di Esiodo, viene descritta come una divinità rispettata da Zeus, che le conferisce potere sugli uomini, sulla terra, sul mare e nel cielo. Qui appare come una dea generosa, capace di concedere doni e protezione ai suoi favoriti. Tuttavia, nel corso del tempo il suo ruolo si è evoluto, enfatizzando il suo legame con la magia e l’aldilà.


In epoca ellenistica e romana, Ecate diventa il punto di riferimento per la magia teurgica e i riti di evocazione dei defunti. Il suo nome è spesso presente nei Papiri Magici Greci, testi che tramandano formule e rituali dedicati alla comunicazione con le forze ultraterrene. Anche i Neoplatonici, come Proclo e Porfirio, la consideravano la dea che fa da ponte tra il mondo materiale e il divino, guida delle anime verso la conoscenza superiore.


In Macbeth di Shakespeare, Ecate è la regina delle streghe, legata all’arte divinatoria e alla manipolazione del destino. La sua figura, temuta e venerata, continua a risuonare nei secoli come simbolo della conoscenza proibita e dell’iniziazione ai misteri più profondi.


In questo viaggio attraverso le Vie dell’Ombra, Ecate è la guida, ci insegna che ogni cambiamento richiede un attraversamento, che ogni nuova fase della vita inizia con una scelta. Custode delle soglie, ci aiuta a varcare il limite tra ciò che eravamo e ciò che stiamo diventando, tra il passato e il futuro, tra il conosciuto e l’ignoto.


Il suo potere si manifesta nei momenti di incertezza, quando ci troviamo di fronte a un bivio e sentiamo il richiamo di qualcosa di nuovo, e ci invita a fidarci dell’intuito, a illuminare il sentiero con la sua torcia e ad accettare l’ombra come parte integrante della nostra crescita. In questa settimana, il suo brusio si fa più forte: è tempo di scegliere, di riconoscere le nostre paure e di trasformarle in alleate per il cammino.


Attraverso il suo archetipo, possiamo comprendere che ogni porta che si chiude lascia spazio a una nuova apertura, che ogni oscurità cela un’opportunità, che il viaggio interiore non può essere evitato, ma solo vissuto con coraggio.

Ecate ci accompagna nel labirinto dell’anima, lasciando il fuoco delle sue torce come guida per il nostro ritorno alla luce.


Giusquiamo: L’erba delle visioni e del mistero


Il Giusquiamo nero (Hyoscyamus niger) è una delle erbe più enigmatiche e potenti della tradizione magica e medicinale antica. Pianta dal profumo acre e dalle foglie vischiose, possiede un potere ambiguo, oscillante tra il sacro e il pericoloso. La sua energia è quella dell’alterazione della percezione, della rivelazione nascosta dietro il velo del reale, della soglia tra veglia e sogno.


Cresce nei luoghi abbandonati, lungo i sentieri solitari e ai margini dei villaggi, come se fosse destinata a chi è pronto a varcare il confine tra il mondo visibile e quello invisibile. I suoi fiori gialli e violacei si schiudono come piccoli occhi che osservano il passaggio di chi osa avvicinarsi.

Dal Gelo al Germoglio: un cammino di magia - 2° settimana

Il Giusquiamo è stato menzionato in numerosi testi antichi, come nelle Dioscoride, nel suo De Materia Medica, descrive la pianta come un potente sedativo e analgesico, utilizzato per placare dolori e indurre il sonno, oppure Ippocrate e Plinio il Vecchio lo citano come una pianta dalle proprietà narcotiche, capace di provocare allucinazioni e stati di trance.


Nel mondo greco-romano, il Giusquiamo era associato ai rituali di divinazione e agli incantesimi. Si racconta che le sacerdotesse di Apollo e le Pizie di Delfi inalassero i suoi vapori per entrare in stati di trance e ricevere messaggi dagli dèi. Anche nei Papiri Magici Greci, raccolte di formule rituali dell’antico Egitto ellenistico, il Giusquiamo compare tra le sostanze usate per evocare visioni e comunicare con gli spiriti.


Nel Medioevo, il suo uso si diffuse nei rituali delle cosiddette streghe, che lo utilizzavano per comporre unguenti volanti e pozioni oniriche, capaci di trasportare chi li assumeva in stati di consapevolezza alterata. Alcuni manoscritti alchemici lo legano al dio Mercurio, il messaggero tra i mondi, rafforzando la sua natura di pianta di passaggio e rivelazione.

Il potere del Giusquiamo risiede nella sua capacità di dissolvere i confini tra il conscio e l’inconscio. I suoi alcaloidi—scopolamina, atropina e iosciamina—provocano visioni, stati di smarrimento e sensazioni di separazione dal corpo. È una pianta che altera la percezione del tempo e dello spazio, inducendo sogni profetici e rivelazioni.


Nella magia, il Giusquiamo è utilizzato per:

Potenziare la chiaroveggenza e le visioni oniriche

Aprire le porte dell’inconscio e rivelare verità nascoste

Proteggere dai nemici invisibili e deviare le energie negative

Indurre stati di trance per rituali di evocazione


Questa erba non è mai stata per i deboli di cuore: il suo utilizzo richiede consapevolezza, perché tocca i confini dell’invisibile e dell’ignoto. È la pianta della soglia, della conoscenza ottenuta attraverso il sacrificio, dello sguardo oltre il velo del mondo ordinario.

Durante Le Vie dell’Ombra, il Giusquiamo ci invita a guardare oltre, a sospendere per un istante le certezze e a lasciare che il mistero ci sfiori, è il simbolo del lasciar andare il controllo razionale per permettere a ciò che è nascosto di emergere. Non si può comprendere l’ombra senza prima entrarci.


Questa settimana ci conduce in uno spazio di intuizione e profondità, ci spinge a esplorare i nostri limiti, a riconoscere il potere della mente e il modo in cui la percezione stessa può essere trasformata. È una chiamata a fidarsi delle visioni interiori, a dare spazio ai sogni e ai simboli che emergono dalla notte della coscienza.


È tempo di ascoltare i messaggi che giungono dai mondi sottili, di accogliere le rivelazioni e di lasciare che la trasformazione interiore abbia luogo.


Segugi Infernali: guardiani delle Soglie e dell’Aldilà

Nascosti nelle pieghe della notte, i Segugi Infernali sono creature di confine, spiriti di guardia che vegliano sui passaggi tra i mondi. Le loro sagome si muovono nell’ombra, i loro occhi ardono come fiamme nel buio e il loro ululato è il richiamo dell’ignoto. Da sempre associati ai regni ultraterreni, sono messaggeri, guide e custodi di un sapere antico e inaccessibile.

Dal Gelo al Germoglio: un cammino di magia - 2° settimana
Cerbero

Appaiono in molte tradizioni mitologiche e letterarie, sempre legati al concetto di protezione delle soglie e accompagnamento delle anime, sono più spiriti bestiali dotati di poteri soprannaturali, servitori di divinità dell’oltretomba o della notte. Il loro aspetto è inquietante e imponente: pelo scuro e irsuto, denti affilati, occhi ardenti di fuoco o luce spettrale, capaci di muoversi senza fare rumore e di comparire nei crocevia nelle ore più tarde.


Uno dei più celebri Segugi Infernali è Cerbero, il cane a tre teste della mitologia greca, custode dell’ingresso dell’oltretomba, citato in numerosi testi antichi, tra cui l’Eneide di Virgilio e le Metamorfosi di Ovidio, Cerbero impediva ai vivi di varcare il confine e ai morti di fuggire. Il suo respiro era velenoso, il suo ringhio terrorizzava chiunque osasse avvicinarsi alle porte di Ade.


Nella mitologia celtica, troviamo il Cu Sith, un enorme cane nero o verde con occhi brillanti, capace di correre senza fare rumore e il cui ululato era un presagio di morte. Spesso associato agli spiriti fatati e ai mondi sotterranei, il Cu Sith era un’entità che accompagnava le anime nell’aldilà o vegliava sui defunti.

Nella tradizione norrena, il lupo Garmr è il guardiano del regno dei morti, spesso paragonato a Cerbero per la sua ferocia e il suo legame con il Ragnarok, il crepuscolo degli dèi. In epoca medievale, i racconti popolari europei narrano di cani spettrali, come il Black Shuck inglese, un enorme mastino nero con occhi incandescenti, presagio di morte e manifestazione delle forze oscure. Anche nel folklore iberico e francese esistono creature simili, i Perros Negros e i Cadejo, entrambi visti come spiriti erranti che accompagnano le anime lungo il loro destino.


Persino nella letteratura gotica e nelle storie di fantasmi, i Segugi Infernali hanno mantenuto il loro ruolo di messaggeri di morte e trasformazione. Nel romanzo Il Mastino dei Baskerville di Arthur Conan Doyle, un cane spettrale avvolto nella nebbia seminava il terrore nelle brughiere, simbolo di una colpa che tornava a perseguitare il presente.

I Segugi Infernali rappresentano il passaggio tra mondi, il legame tra vita e morte, la guida nel buio. Essi non sono mostri, ma guardiani del mistero, presenza ineluttabile nei momenti di transizione. Il loro ululato segna il confine tra ciò che è stato e ciò che sarà, tra il passato che si dissolve e il futuro che prende forma.


Nel simbolismo esoterico, questi cani sono alleati di chi è pronto a intraprendere un viaggio iniziatico, creature che non servono a spaventare, ma a spingere oltre il limite della paura. Comparire nel loro cammino significa essere chiamati a confrontarsi con la propria ombra e con tutto ciò che attende di essere riconosciuto.


Durante Le Vie dell’Ombra, i Segugi Infernali diventano le nostre guide. In questa fase del viaggio, il richiamo della notte si fa più forte e il passato bussa alla porta con il suo carico di memorie e trasformazioni. Come ogni essere di confine, essi non ci inseguono, ma ci aspettano: è il viandante che deve avere il coraggio di guardarli negli occhi.


In questa settimana, la loro presenza invita a fare pace con il passato, ad attraversare la soglia senza paura e ad accettare che il cambiamento è inevitabile. Essi non trattengono né forzano, ma rivelano ciò che è pronto per essere compreso. La loro lealtà è assoluta, ma solo per coloro che accettano di guardare l’oscurità con sincerità.


Camminare con i Segugi Infernali significa fidarsi dell’istinto, accettare il viaggio nell’inconscio e riconoscere che anche nel buio più fitto c’è sempre una guida silenziosa. Il loro ululato è un richiamo alla trasformazione: ciò che attende dall’altra parte della soglia non è da temere, ma da incontrare con rispetto e consapevolezza.


I Serpenti: custodi della saggezza e della trasformazione

Strisciando silenziosi tra le radici degli alberi o avvolgendosi attorno a pietre antiche, i serpenti sono tra i simboli più potenti e ambivalenti della storia umana. Portatori di conoscenza, maestri del rinnovamento e custodi dell’energia primordiale, questi animali sono presenti nei miti di ogni cultura, evocando sia paura che venerazione.

William Blake
William Blake

Nelle antiche tradizioni, i serpenti sono raffigurati in molteplici forme:

L’Uroboro : il serpente che si morde la coda, emblema dell’eternità, del ciclo della vita e della rigenerazione.

Il Serpente Cosmico : presente nelle culture mesopotamiche e amerindie, rappresenta la forza creatrice e la struttura dell’universo.

Il Serpente Kundalini : nella tradizione yogica, simboleggia l’energia dormiente alla base della colonna vertebrale, capace di risvegliare la coscienza.

Il Serpente delle Origini : spesso collegato alla conoscenza proibita, come il serpente biblico che tenta Eva o il drago della mitologia cinese, che incarna la saggezza e il controllo sugli elementi naturali.

I Serpenti Guardiani : come il pitone del santuario di Delfi, associato a Pitone, l’antico drago sconfitto da Apollo, simbolo di una conoscenza ancestrale che viene trasformata.


Fisicamente, i serpenti mitologici vengono spesso descritti con occhi brillanti e ipnotici, una pelle che cambia colore e un movimento sinuoso che richiama il fluire delle energie sottili. Alcuni hanno la capacità di sussurrare segreti agli eletti, altri di custodire tesori nascosti nelle profondità della terra.


Nella Teogonia di Esiodo, il serpente è legato alla figura di Tifone, la creatura primordiale che minaccia l’ordine cosmico. Nei Misteri Eleusini, i serpenti erano sacri a Demetra e Kore, rappresentando il passaggio tra la vita e la morte. Nel Corpus Hermeticum, il serpente è un emblema di sapienza occulta, presente nell'iconografia dell’Ermete Trismegisto. In Platone, troviamo riferimenti al serpente come simbolo della dualità tra istinto e intelletto. Nei Vangeli Gnostici, il serpente è un portatore di conoscenza e di risveglio, in contrasto con la narrazione giudaico-cristiana più tradizionale.


I serpenti sono creature di confine, esseri che strisciano tra i mondi, portando con sé il sapere più antico della terra.


Rappresentano:

La rinascita: cambiano pelle, rinnovando il loro corpo e ricordandoci che il cambiamento è necessario.

L’intuizione : si muovono nel silenzio e sentono le vibrazioni della terra, simbolo della sensibilità e della percezione interiore.

La conoscenza nascosta: nei miti, il serpente è spesso colui che offre il frutto della consapevolezza.

L’iniziazione: in molte tradizioni esoteriche, il serpente appare ai cercatori spirituali come guida verso un nuovo livello di coscienza.


Durante Le Vie dell’Ombra, i serpenti ci invitano a lasciare andare ciò che non serve più, a spogliarci della pelle vecchia e ad accogliere la trasformazione. Il loro movimento fluido ci ricorda che la rigidità è nemica della crescita e che la conoscenza autentica si ottiene solo quando si accetta di attraversare il buio.


Questa settimana è un richiamo a risvegliare l’intuito, a fidarsi della propria saggezza interiore e a lasciare spazio al cambiamento. È tempo di ascoltare il sussurro silenzioso dei serpenti, di lasciarsi guidare da ciò che si cela nelle profondità della coscienza e di permettere alla nostra energia di fluire liberamente.


La muta è iniziata: cosa sei pronta/o a lasciare andare per poter rinascere?


Con Amore

Carla Babudri

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*Conosci le immagini e non sono nominate all'interno del mio sito o il manca il nome dell'artista?

Ti chiedo gentilmente di informarmi cosi posso onorare il lavoro dell'artista.

Mi astengo da qualsiasi responsabilità per le immagini o foto in cui non viene menzionato l'artista, prelievo tutto da internet e qualora fosse indicato il nome dell'autore è mia premura nominarlo, SEMPRE!

Grazie Carla



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