Privacy Policy
top of page
Immagine del redattoreCarla Babudri

Intervista al Dr. Brian Weiss


La seguente intervista è tratta dal libro “Voices of Truth” di Nina L. Diamond, ed. Full Circle (mai tradotto in Italia) e la sua versione integrale in inglese si trova sul sito http://www.lifepositive.com/Mind/personal-growth/past-life/brian-weiss.asp, dove è stata riprodotta con il consenso dell’autrice.Traduzione italiana di Alessia Giovannini.)

Nina L. Diamond: Dr. Weiss, siamo dunque solo contenitori di anime? Dr. Brian Weiss: Sì, esatto. Siamo contenitori e siamo pieni di questa eterna, immortale e molto più sapiente, parte di noi stessi. Ora, nel momento in cui diventiamo più mistici, scopriamo che queste anime, così come i corpi, sono connessi tra di loro, poiché tutto è fatto della stessa sostanza. D: Perché le persone considerano la reincarnazione così difficile da accettare? R: Le persone hanno paura di ciò che non conoscono. Se solo avessero una mente aperta. Non solo gli scienziati, ma anche gli altri. Basterebbe osservare, guardare. La meditazione può insegnarci come farlo. Se solo fossero in grado di lasciar andare le proprie paure. D: I filosofi e i mistici un tempo incorporavano la reincarnazione nella visione della vita che davano agli altri e Platone ha scritto di anime gemelle. R: Sì, Platone ha scritto sulla reincarnazione. Così, anche i Greci ci credevano. Come ci credevano le antiche civiltà di un tempo. D: La reincarnazione si trova in tutte le religioni. Da dove viene questa consapevolezza? R: Viene da così lontano che neanche noi sappiamo da dove venga. E’ una consapevolezza che abbiamo perduto solo recentemente. Io credo che sia accaduto per ragioni politiche. Nel Cristianesimo, per esempio, è stata seppellita intorno al 6 secolo d.C., con il secondo Concilio di Costantinopoli che la dichiarò ufficialmente una credenza eretica. Il Cristianesimo stava diventando una religione di stato e i Romani credevano che senza la minaccia del Giorno del Giudizio, la gente non avrebbe obbedito. Avrebbero pensato: “Ok, lo faccio la prossima volta”. E così la reincarnazione è stata volutamente dichiarata eretica. Ma è accaduto durante il Concilio, cioè secoli dopo la venuta di Cristo. D: In che modo viene determinato il lasso di tempo che passa tra una vita e l’altra? R: Le persone che muoiono di morte violenta, o i bambini, di solito tornano più in fretta. Per le persone che vivono vite più lunghe e muoiono in pace, può esserci un tempo più lungo tra le vite, anche cento anni o più. D: Quante vite precedenti hanno in genere le persone? R: Varia, ma secondo la mia esperienza, direi intorno a 100. Comunque non migliaia e migliaia come dice il Buddismo. D: C’è un numero finito di anime? R: Per me non ha alcuna importanza perché alla fine siamo tutti connessi. D: Ci sono nuove anime che stanno venendo create? R: Non ne sono certo, ma tendenzialmente direi di no. Probabilmente siamo noi ad essere senza tempo e a reincarnarci di continuo. D: Le famiglie sono più spiritualmente connesse tra di loro di vita in vita rispetto agli estranei? R: Sì e io credo che le persone si incarnino in gruppi per saldare i debiti e le proprie responsabilità secondo il concetto del Karma. Noi impariamo e cresciamo insieme agli altri. Reputo anche che l’amore a prima vista o l’odio a prima vista rientri in questa categoria: un riconoscimento tra anime. D: Quindi ognuno di noi può essere maschio in una vita e donna in un’altra e viceversa? R: Sì, sembra che ci sia frequentemente il passaggio dall’uno all’altro stato. Si può avere una preferenza, ma senza dubbio si è provato anche l’altro stato per fare esperienza di come sia. E’ lo stesso per razza e religione. D: Come spiega le anime che scelgono di occupare corpi che sono biologicamente propensi alla malattia? R: Se la dimensione terrena è – come i miei pazienti continuano a ripetermi – uno stato di apprendimento e di crescita e un modo per sperimentare sempre più la nostra natura divina, allora ogni esperienza è un’esperienza di apprendimento. Talvolta, però, è anche un’esperienza di insegnamento e può succedere che qualcuno possa tornare in questo stato per gli altri, per insegnare la carità per esempio. D: Come coesistono pre-determinazione e libero arbitrio? R: Qualcuno una volta mi ha detto: La vita è come stare su un autobus. Ha un percorso pre-determinato, ma la persona con cui scegli di sederti, come ti comporti e che cosa dici, fa parte del libero arbitrio. D: Perché non ricordiamo automaticamente e consapevolmente le nostre vite passate? R: Be’, in verità, sempre più persone se ne stanno ricordando. Attraverso tecniche come l’ipnosi, ma anche attraverso i sogni, spontaneamente, o attraverso la meditazione o il deja-vù, quando capita di essere in un posto in cui non si è mai stati e ci si sa orientare. Potrebbe trattarsi di un salto evolutivo. Non so perché non tutti ricordano. I greci avevano questo mito secondo cui, prima di reincarnarti, bevevi le Acque del fiume Lete e dimenticavi tutto. D: Così Lei ritiene che qualcuno di noi sia nato con certi valori e ideali? R: Sì, è questo il nostro scopo. Perché venga integrato a un livello più profondo. Al livello del cuore e dell’anima, dove avviene il vero apprendimento, in modo che non si debba dipendere esclusivamente da ciò che i nostri genitori ci hanno insegnato. Seguendo il cuore, si impara al di là di ciò che gli altri ci insegnano. D: Quando saremo “là fuori”, staremo con tutte le persone che abbiamo conosciuto? R: Credo di sì e anche con coloro che sono ancora qui. La possibilità di vedere migliora quando si è dall’altra parte. “Loro” sono maggiormente consapevoli perché – al contrario di noi - non sono limitati da un corpo e un cervello. D: In “Molte vite molti Maestri”, Lei ha scritto che la lezione più importante che abbia imparato attraverso la regressione è di aver capito che non esiste la morte. Questa consapevolezza come ha cambiato la sua vita e come può cambiare quella degli altri? R: Quando si smette di aver paura della morte, si incomincia a vivere di più. Quello a cui io do maggior valore rispetto a prima sono le relazioni, l’amore, la famiglia – e non solo quella genetica. E ciò a cui do meno valore sono le cose materiali, quelle che non puoi portarti via. E’ un cliché, ma è la verità. D: In che modo le nostre esperienze e relazioni passate influenzano il nostro presente? R: Ci influenzano in molti modi. La maggior parte delle nostre relazioni importanti non sono nuove. Servono ad entrare in connessione. Le vite precedenti ci influenzano anche con sintomi, emotivi e fisici. Certe paure e ansie ce le portiamo appresso e anche certi sintomi fisici di vite precedenti. D: Molti vedono Dio come una forza che sta fuori dall’universo e che regola ogni cosa. R: Invece che vederla all’interno. Io dico sempre: “Perché limitare Dio?”. Forse Dio può ascoltare tutte le nostre preghiere contemporaneamente e dedicargli attenzione, proprio perché non è un essere umano. D: Cioè sta dicendo che se esiste un numero infinito di possibilità, allora niente è impossibile e, perciò, Dio può essere ovunque. R: Sì e dalla nostra prospettiva noi possiamo essere parte di Dio, e allo stesso tempo, esserne separati. Ma di certo siamo tutti uniti. D: Quindi se noi siamo connessi al tutto, allora per definizione non siamo anche connessi a Dio dal momento che Dio, o un essere superiore, ha creato il Tutto? R: Sì. Ora Lei si sta avvicinando al semplicistico modo di vedere le cose che ho io. Quel Dio – amore – è un’energia ovunque presente. Intelligenza, sapienza, amore, compassione: è tutto ciò di cui siamo fatti. D: Chi sono i Maestri? R: E’ stata una mia paziente, Catherine a parlarne. Li ha descritti come la sorgente da cui le arrivavano le informazioni. Diceva che le venivano da Spiriti maestri, i Maestri appunto. Ho avuto altri pazienti che mi riferivano cose che – a loro dire – venivano da una sorgente pura non contaminata dalla nostra mente. Personalmente, ho avuto molti contatti con i Maestri, ma non si identificano più con quel nome. D: Cosa ne pensa delle Terapie alternative che vengono utilizzate a livello fisico e mentale? R: Credo che molti di questi approcci abbiano una validità ed è necessario iniziare a studiarli. E’ per questo che sono stato felice quando il “National Institute of Health” ha creato un dipartimento che offre approcci alternativi e olistici. Il governo lo sta supportando, anche economicamente. Credo che ci sia molto da guadagnare a livello di guarigione, sia fisica che emotiva. di Nina L. Diamond

brian weiss -Intervista- storie di una poesia
16 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page