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Immagine del redattoreCarla Babudri

Vivo la dislessia, è sono una scrittrice


Ero, nel complesso, molto scoraggiato dai miei giorni di scuola. Non è stato piacevole sentirsi così completamente surclassati e lasciati indietro all’inizio della gara.” Winston Churchill

Quanta agonia in quegli anni alle elementari, passati a cercare di capire che cosa avevo di così sbagliato, e la mia maestra che incalzava questa mio disagio in svogliatezza, poca attenzione, poca inclinazione all’apprendimento.

Le parole e le lettere mi ballavano semplicemente dentro attraverso le pagine, come un codice segreto che indugiava a risolversi. Il mio cervello sembrava non volersi collegare a queste lettere, tutte queste unità di discorsi e letture pesanti non volevano proprio incontrarsi con la mia testa.

Ero una bambina timida, delle volte mi piaceva nascondermi, restare in disparte anche quando la maestra mi puniva perché ancora non sapevo leggere bene e mi sistemava in un angolo: “tra i ciucci” mi diceva…ma non provavo dolore, con quei ciucci mi trovavo bene, un piccolo gruppetto di bimbi emarginati, che giocavano a fare forme con le mani, o disegnavano mondi sconosciuti, mi sentivo a mio agio con loro.

Il mondo fatto di lettere in corsivo, in stampatello o di letture con lettere obese tra pance e doppie gambe, quello, invece, proprio mi stava stretto.

Non ho mai avuto difficoltà a pronunciare parole correttamente, nessuno però capiva che nella mia testa circolavano mondi, storie fantastiche di cui ero spettatrice e sostegno.

Era difficile spiegare cosa mi stesse succedendo, il mondo fisico aveva qualche difficoltà a riconoscermi.

Con il tempo e mille difficoltà ho imparato a trascrivere questa magia che mi ballava dentro sulle pagine, io che con le parole non andavo d’accordo scelsi proprio loro per raccontare questi mondi.

Le espressioni mi volteggiavano, delle volte invertivo le parole, altre ancora le saltavo o le scambiavo (ancora tutt’ora succede) ma i muri si stavano sgretolando, stavo svelando i veli, e adesso posso affermare che con tanta pazienza, tra frustrazione e depressione, la mia ispirazione e il mio desiderio di raccontare hanno vinto!

“L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata. L’immaginazione circonda il mondo. “ A.Einstein

Stavo coltivando uno spirito di ricerca: come una squadra al lavoro, mente, spirito e ispirazione stavano collaborando e, se non mi fossi ribellata alla mia sensazione di inadeguatezza, il mio progetto di scrittura e racconto sarebbe rimasto in sospeso nell’aria.

Non volevo che ciò accadesse, quindi ho cercato di rimuovere i miei ostacoli emotivi ricercando una forma di pace interiore. Tante idee mi attendevano dietro le quinte, ho così imparato a scrivere il profilo di ciò che sentivo, giorno per giorno. La frustrazione di completare quelle idee indugiava, ma qualcosa in quelle parole mi attendeva…

La più grande vittoria in questa mia lotta è avvenuta durante la scuola superiore, quando conobbi il mio insegnate d’italiano, un professore che tutti odiavano per il temperamento forte e pretenzioso. Nelle mie difficoltà fu l’unico che comprese il mio disagio: mi ricordo ancora il suo sguardo quando mi disse:

“perché leggi le lettere e ti concentri sulla forma, impara a capire il concetto, segui la scia, usa l’immaginazione per arrivare a comprendere il pensiero scritto”.

Mi si è aperto il mondo!

La mia mente veloce come la brezza durante una tempesta, si mescolava a concetti, forme, immagini,… approvava, approvava tutto…, non una sola ma più forme, tutte sparse ma in ordine, come caselle, ma totalmente visibili, palpabili.

Allora, non sono cosi sbagliata!

Anche se ora leggo o scrivo fuori dai pensieri, divoro libri in tre giorni, o riesco a scrivere un libro in quindici giorni, è perché le parole fluiscono prima dentro di me, passando dal canale dell’ispirazione, dei mondi, dell’immaginazione, del cuore e dell’amore, per esprimere il concetto, tra lettere saltate o invertite.

“Tutte le forme di pazzia, abitudini bizzarre, goffo nella società, goffaggine generale, sono giustificate nella persona che crea una buona arte.”

Roman Payne

E mentre il vento della poesia viene verso me, cerco di correre per toccare quella ispirazione, con la paura che quel pensiero potesse trovare un altro poeta, e così scrivo ovunque, sui tovaglioli, sulle pietre, sulle foglie, ovunque sento fluire dentro me l’ispirazione.

Delle volte, succede con le vocali di avere dei problemi, ma i miei lettori pazienti, mi suggeriscono di correggere.

Con il tempo ho compreso che era una forma di dislessia, e in me non c’era nulla di sbagliato, ma la parte più bella e che non siamo soli, grandi geni come: Da Vinci, Edison, Lennon, Einstein, sono noti per la loro dislessia.

Quindi siamo in buona compagnia a pensare fuori dagli schemi, con un tocco creativo e in contatto con la bellissima musa: osservando l’ispirazione per migliorare l’esperienza ed esprimere le emozioni attraverso le parole.

“Quei momenti danzano in un campo d’oro mentre coltiviamo il divino in realtà. Per logica e ragione moriamo ogni ora. Con l’immaginazione viviamo…” WB Yeats

Con infinito amore

Carla

Per te, che con grande pazienza correggi i miei testi, Alessandro mio Editore

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