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La Regina di Saba e Re Salomone - il potere erotico il Hieros Gamos

Nella Bibbia, nell’Antico Testamento, esiste una perla preziosa di versi e poesia erotica di grande impatto per l’anima. Sicuramente ti starai ponendo delle domande, la vedo la tua perplessità, andiamo per gradi, ti racconto una storia…


Molti e molti anni fa nella Ragione di Saba, viveva una Regina di nome Makeba, conosciuta da tutti come la Regina di Saba.


Un giorno si diresse a Sion, spinta da una antica profezia che la riguardava, con un entourage di uomini, carovane di cammelli che portavano spezie, oro, pietre preziose, tutti doni per il grande Re Salomone.


La Regina era attratta da quest’ uomo infuso di profonda saggezza e cultura. Cosi Makeba senza astuzia e inganno, con cuore sincero e pieno di devozione offri a lui tutti i suoi doni e gli chiese di rispondere a delle domande che aveva per lui.

Non erano indovinelli, come molti raccontano, per mettere alla prova la saggezza del Re, ma erano domande che uscivano dal cuore e dall’anima.


Le risposte avrebbero permesso loro di decidere se fossero nati dallo stesso spirito ed erano destinati a celebrare insieme Hieros- Gamos.


Appena si incontrarono, guardandosi negli occhi, si riconobbero, la stessa presenza confermò loro che si erano già incontrati nell’eternità e ne facevano parte.



Salomone fu impressionata dalla bellezza e dalla presenza di Makeba, disarmato dalla sua sincerità, la saggezza che vide nei suoi occhi era un riflesso del suo, in quel momento comprese le parole dei profeti, che gli dissero che da molto lontano una donna saggia l’avrebbe iniziato al Fuoco Sacro e lui l’avrebbe riconosciuta.


Tutto ciò aveva creato una forte gioia nel regno di Salomone, quella donna gli avrebbe aperto la strada al loro Re verso Dio, le profezie parlavano chiaro, portandogli doni immensi nel cuore.


La Regina di Saba:

Beati i Vostri sudditi mio Re che vengono costantemente davanti a Voi e ascoltano la Vostra Saggezza. Sia benedetto il Signore, il Vostro Dio che si è fatto piacere in Voi mio Re e vi ha portato sul trono d’Israele. Vi ha fatto Re perché possiate dispensare giustizia e saggezza”


Nel regno vennero fatti tutti i preparativi per questo incontro profetico: il nardo bruciava nei templi e nella stanza dell’incontro sacro il fumo della mirra si diffondeva alto.


Tre giorni dopo, quando la luna piena sui levò alta e fiera e gli astri erano pronti per benedire l’unione, si incontrarono nella stanza d’amore e si unirono nel rito Hieros Gamos, nel matrimonio sacro che unisce la Sposa della Luce con lo Sposo del Buio, in un matrimonio spirituale il cui unico fondamento è la Legge Divina.


La Dea Makeba si fuse con il Dio Salomone nell’unione più sacra, la combinazione del maschile e del femminile in un unico essere:



Porta del Paradiso Firenze

Primo Poema Cantico dei Cantici


2]Mi baci con i baci della sua bocca! Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.

[3]Per la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi, profumo olezzante è il tuo nome, per questo le giovinette ti amano.

[4]Attirami dietro a te, corriamo! M'introduca il re nelle sue stanze: gioiremo e ci rallegreremo per te, ricorderemo le tue tenerezze più del vino. A ragione ti amano!


[9]Alla cavalla del cocchio del faraone io ti assomiglio, amica mia.

[10]Belle sono le tue guance fra i pendenti, il tuo collo fra i vezzi di perle. [11]Faremo per te pendenti d'oro, con grani d'argento.


[12]Mentre il re è nel suo recinto, il mio nardo spande il suo profumo.

13]Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra, riposa sul mio petto. [14]Il mio diletto è per me un grappolo di cipro nelle vigne di Engàddi. [15]Come sei bella, amica mia, come sei bella! I tuoi occhi sono colombe. [16]Come sei bello, mio diletto, quanto grazioso! Anche il nostro letto è verdeggiante. [17]Le travi della nostra casa sono i cedri, nostro soffitto sono i cipressi.


Quarto poema Cantico dei Cantici


[1]Come sei bella, amica mia, come sei bella! Gli occhi tuoi sono colombe, dietro il tuo velo. Le tue chiome sono un gregge di capre, che scendono dalle pendici del Gàlaad.



[5]I tuoi seni sono come due cerbiatti, gemelli di una gazzella, che pascolano fra i gigli.


[6]Prima che spiri la brezza del giorno e si allunghino le ombre, me ne andrò al monte della mirra e alla collina dell'incenso.


[9]Tu mi hai rapito il cuore, sorella mia, sposa, tu mi hai rapito il cuore con un solo tuo sguardo, con una perla sola della tua collana!


[11]Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa, c'è miele e latte sotto la tua lingua e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano.

[12]Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata. [13]I tuoi germogli sono un giardino di melagrane, con i frutti più squisiti, alberi di cipro con nardo, [14]nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo con ogni specie d'alberi da incenso; mirra e aloe con tutti i migliori aromi.

[15]Fontana che irrora i giardini, pozzo d'acque vive e ruscelli sgorganti dal Libano.

[16]Lèvati, aquilone, e tu, austro, vieni, soffia nel mio giardino si effondano i suoi aromi. Venga il mio diletto nel suo giardino e ne mangi i frutti squisiti.


Quinto Poema Cantico dei Cantici


[3]«Mi sono tolta la veste; come indossarla ancora? Mi sono lavata i piedi; come ancora sporcarli?». [4]Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio e un fremito mi ha sconvolta.


Rimasero nella camera nuziale durante l’intero ciclo di luna, in quel luogo di verità e coscienza. Si racconta che in quel periodo i segreti dell’universo furono loro rivelati, insieme scoprirono i misteri di Dio che condivise con loro.


La Regina di Saba e il Re Salomone non divennero consorti, in quanto entrambi erano consapevoli del loro profondo amore, ma avevano delle grandi opere da compiere, separatamente.


Sapevano che si sarebbero divisi e ognuno doveva tornare ai propri regni in quella profonda saggezza e nuovo potere riscoperto.


Il loro reale trionfo fu la celebrazione della coppia, il segreto risiedeva in ciò che avevano scoperto in quella importante relazione a breve termine al fine di usarlo per il bene e saggiamente nei destini.


Ognuno era riuscito ad accendere la fiamma in sé stesso, si scoprirono identità intere, e non metà da unire, uniti nel fuoco sacro e nel mistero Hieros Gamos, il più alto il più potente, il più sacro.


Scoprirono che il segreto era depositata nella fiamma personale di in ognuno di loro. Nessuno completava l’altro. In ognuno si scoprirono femminile e maschile e capirono che le due polarità potevano coesistere, rendendo loro interi e indivisibili, pieni di amore e con il desiderio di creare e amare in piena autonomia.


Re Salomone scrisse mille canzoni ispirate a Mekeba, trasmettendo il segreto di Hieros Gamos e di come Dio venne scoperto attraverso l’unione.


Si narra che Re Salomone avesse avuto molte donne, ma solo una faceva parte della sua anima.

Sebbene Makeba non sia mai stata la sua consorte secondo le leggi dell’uomo, era la sua unica moglie per le leggi di Dio e la Natura: la Legge dell’Amore.


Quando Makeba parti dal Sacro Monte Sion, il Re si sentì il cuore strappato, ma quel ricordo e quel dolore furono la forza del suo regno, la sua potenza e la saggezza si alimentarono da quella profonda sapienza di quell’incontro, infondendo ispirazione, coraggio e infinito amore.


Una volta compiuto il Hieros GAmos tra anime, ricoprendo ognuno la propria identità, il fuoco e la forza delle anime non si separano più, vibrano in quel calore producendo miracoli e ispirazioni che salvano le coscienze.


Ottavo poema Cantico dei Cantici

[6] Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore!


Con Infinito Amore

Carla


Carla Babudri 2020 © Tutti i diritti di scrittura sono riservati

 

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