Mnemosi, dimenticata nella notte dei tempi e associata ai giorni nostri solo alla madre delle Muse, era invece la Dea greca della memoria, considerata come una delle dee più potenti e invocate del suo tempo.
Era una dea ctonia, figlia della prima generazione di divinità greche, i suoi genitori erano Crono (dio del Cielo) e Gaia (dea della terra) sorella dei titani.
Mnemosi, era una delle poche dee Titani favorevole ad aiutare agli uomini, solitamente viene rappresentata con i capelli dal colore ramato e lussureggianti, in antichi poemi che raccontano le sue meravigliose gesta nei confronti dell’umanità, afflitti dall’“invidia” degli dèi olimpici a cui anche i titani erano avversi.
Nonostante ciò, secondo la versione esiodea, ella fu amata perdutamente da Zeus e dal loro amore nacquero le nove Muse portatrici di ogni arte e conoscenza.
«Poscia s’innamorò di Mnemòsine bellacesarie, / e nacquero da lei le Muse dagli aurei seri,
/ nove, a cui grate sono le feste e le gioie del canto »
-Teogonia, vv. 916-917-
Le Muse così diventarono le custodi della memoria, dell’arte, della storia e della poesia, il simbolo e la rappresentazione del ricordo culturale, tali da delineare il pensiero in ogni sua forma.
Le Muse sono:
Clio: Musa del canto Epico e della Storia, colei che rende celebre
Euterpe: musa della Poesia Lirica e Musica, colei che rallegra
Talia: Musa della Commedia, colei che è festiva
Melpomene: Musa della tragedia, colei che canta
Tersicore: Musa della Lirica corale e Danza, colei che si diletta nella danza
Erato: Musa della poesia amorosa, del canto, della geometria e mimica, colei che provoca desiderio
Polimnia: musa della danza rituale e canto sacro, colei che ha molti inni.
Urania: Musa dell’astronomia, l’epica didascalica e della geometria, colei che è celeste
Calliope: Musa della poesia epica e dell’Elegia, colei che ha una bella voce
La Dea Mnemosi fu considerata la prima filosofa, dato il suo potere per la ragione. A lei vengono affidati la denominazione di tutti gli oggetti donanti agli esseri umani e ai mezzi per dialogare tra loro.
Il benessere di ogni individuo o di una società doveva fare affidamento alla memoria e sulle lezioni trasmesse nella storia orale, le memorie delle regole, delle energie dell’universo e il ciclo della vita.
Gli antichi erano convinti che quando il corpo lasciava la dimensione terrena e l’anima attraversava gli inferi gli sarebbe stata data una scelta: se bere dal fiume Lete dimenticando tutti i dolori della vita precedente e anche le lezioni, oppure se bere da Mnemosi la sorgente della memoria.
Coloro che sceglievano di dimenticare si rincarnavano e tornavano sulla terra per imparare le lezioni di cui avevano bisogno; mentre coloro che avevano preferito ricordare venivano ammessi ai Campi Elisi, dove avrebbero trascorso l’eternità in pace.
L’importanza della memoria veniva osannata anche nei riti di iniziazione dagli antichi gnostici, i quali richiedevano agli iniziati di consultare l’oracolo. Interessante la cerimonia in cui il prescelto veniva portato davanti a due sorgenti, dove gli ordinavano di bere prima dalla sorgente di Lete, signora dell’oblio, in modo che potesse dimenticare le vite vissute e poi lo conducevano alla sorgente di Mnemosi per rievocare e ricordare tutto ciò che l’oracolo gli avrebbe insegnato.
L’iniziato procedeva poi verso un Sepolcro, dove veniva chiuso vivo per alcuni giorni in una “tomba” ad attendere l’Oracolo: se fosse stato degno avrebbe ricevuto i Sacri Misteri della Vita. Conclusi i giorni di isolamento, l’iniziato riportato nel mondo dei vivi attraverso il processo della “Resurrezione” con nel cuore le parole dell’Oracolo veniva innalzato dai sacerdoti sul “Trono di Mnemosi” ricordando e riportando la saggezza dell’oracolo agli uomini.
« […] e una voce m’ispirarono
divina perché celebrassi le cose che saranno e quelle che furono,
e m’ingiunsero di lodare la stirpe dei beati sempre viventi,
e di cantare loro sempre al principio e alla fine. »
-Teogonia Esiodo-
Oggi Mnemosi è quasi scomparsa e tutti i suoi rituali confusi e dimenticati nel tempo.
Mi piace immaginare, un banchetto nel luminoso Olimpo, in cui Mnemosi con le sue Figlie Muse, seduti vicino a Zeus a intrattenere gli ospiti cantando, ballando e recitando grandi gesta, poemi d’amore, rappresentando la creazione dei cieli e della terra.
Ogni musa è un canale che risveglia la passione umana, le nuove idee attraverso la consapevolezza di sé stessi e l’arte, ma la Dea Mnemosi è parte integrante e Madre della Memoria dei Tempi.
«Ciò dunque le Muse cantavano, che abitano le Olimpie dimore,
le nove figlie dal grande Zeus generate,
Clio e Euterpe e Talia e Melpomene,
Tersicore e Erato e Polimnia e Urania,
e Calliope, che è la più illustre di tutte.
Essa, infatti, i re venerati accompagna:
quello che onorano le figlie di Zeus grande,
e quando nasce lo guardano, fra i re nutriti da Zeus,
a lui sulla lingua versano dolce rugiada,
e dalla sua bocca scorrono dolci parole; le genti
tutte guardano a lui che la giustizia amministra
con retti giudizi; mentre lui parla sicuro,
subito, anche una grande contesa placa sapientemente;
perché è per questo che i re sono saggi, perché alle genti
offese nell’assemblea danno riparazione
facilmente, con le dolci parole placandole;
quando giunge all’assemblea come un dio lo rispettano
con dolce reverenza, ed egli spende fra i convenuti.
Tale è delle Muse il sacro dono agli uomini.»
-Esiodo, Teogonia 75 – 93
Con Amore
Carla
IMG: Mnemosi, Madre delle Muse, olio su tela, 1885. Frederic, Lord Leighton (English, 1830-1896).
Fonte: ricerca delle muse: https://it.wikipedia.org/wiki/Muse_(divinit%C3%A0)
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