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La Fiaba Erotica delle 12 Principesse Selvagge


C’erano una volta,

in una terra desolata e recintata da ego feriti e assetati di potere, 12 principesse selvagge.

Il loro padre, un Re Patriarca molto anziano e ricurvo con mani e testa ossuta, pieno di gioielli, chiamò al suo cospetto il cacciatore di taglie.

Il Re, pieno di vergogna per le sue dodici figlie, iniziò a spiegargli il racconto della sua sciagura, nella speranza che il cacciatore potesse aiutarlo:

Vede signor cacciatore, io ho 12 figlie, disordinate, disobbedienti, gettano il buon nome della famiglia nell’oscurità, nelle ombre nel peccato.

Sono così selvagge e sfacciate”

Il cacciatore, in piedi davanti al Re in lacrime, con il suo mantello rosso donatogli da una strega dai capelli di ferro, udii urlare le figlie selvagge per il castello totalmente fuori dalle regole.

Ascolta cacciatore” – disse il Re sopraffatto dal dolore –

“senti come ridono, senti che versi fanno.

Tutte le notti rientrano con le scarpe piene di fango e consumate dalle loro danze erotiche, e la sarta reale è sempre impegnata a cucirli abiti nuovi, perché tornano con gli indumenti strappati dalla loro lussuria. Le rinchiudo tutte le sere nella loro stanza, le finestre hanno le sbarre di ferro e dietro la loro porta ci sono sempre le guardie, ma quelle selvagge riescono a fuggire comunque.”

Il cacciatore mentre il Re gli parlava riportò alla mente le parole che la strega dai capelli color ferro gli aveva detto prima di recarsi alla corte: “ Il Re ti chiederà di restare nella stanza delle sue figlie, tu accetterai perché dovrai scoprire il loro segreto. L’uomo sarà disperato, perché è incapace di controllore i loro corpi e ti chiederà di fare cose orribili in nome della giustizia e dell’onore. Non lasciarti ingannare dalle promesse del Re, perché il suo patriarcato non ha più potere, ti regalo il mantello rosso e tutto ti sarà più chiaro al tempo giusto, tu sei l’Uomo Risvegliato”

Così quando alla fine il Re fini di insultare la forza delle sue figlie, promettendo, al contempo, immense ricchezze al cacciatore, condusse l’uomo nella loro stanza.

Il cacciatore si aspettava di trovare un orgia di edonismo schiamazzante, una congrega di sacerdotesse nude che cantavano e ululavano, ma quando aprì la porta, vide che la sorellanza era piuttosto sottomessa al loro padre.

Le principesse dipingevano simboli sacri sul volto, altre guardavano e cantavano sottovoce alla finestra.

Altre stavano cercando di infilarsi il corsetto stretto che le opprimeva, e si scusarono per essersi fatte trovare svestite e si coprirono subito,… altre dormivano nel letto a baldacchino.

“Certo che riposano”- Ringhiò il Re – “passano lunghe notti con il diavolo: dite pure le vostre preghiere, figlie mie, domani conoscerò i vostri segreti. Tutta questa lussuria, ribellione. Non riesco a trovare un uomo disposte a sposarle, con tale disordine chi se le prende.

Tutto questo sangue reale sprecato in delle selvagge. Quanto avrei desiderato un figlio maschio! Buona fortuna cacciatore, spero di trovarla vivo domani”

Le Sorelle selvagge alzarono gli occhi verso il padre, ma solo una sorella dai capelli rossi rispose: “sei fortunato ad avere 12 figlie, sei tu che non comprendi il nostro valore”

Le vene del Re si riempirono di rabbia, e si mosse per alzare la mano verso di lei, ma il cacciatore lo trattenne e gli disse: “ Mio re, mi lasci fare il mio lavoro!”

I due uomini si fissarono, ed alla fine il Re cedette e se ne andò, sputando sulle scarpe nuove e lucenti vicino alla porta.

La porta si chiuse e il cacciatore rimase solo con le 12 principesse, era con le tentatrici senza paura, ma dal cuore un sobbalzo lo fece stringere nel suo mantello rosso: si rese conto che stava tremando davanti alle fanciulle. Vedeva la loro natura selvaggia, la divinità erotica nei loro occhi e il fuoco nei loro cuori.

Si sentiva attratto da questo potere, voleva tuffarsi in questa acqua così santa ed erotica, desiderava capire che tipo di potere avevano e voleva piangere, per tutta quella bellezza.

Erano così vicino a lui, una parte di se desiderava spogliarsi e liberarsi, arrendersi, morire tra il loro fuoco senza preoccupazioni: la morte sarebbe stata dolce con tutto quel sacro femminile, ma si ricordò le parole della strega, e ritornò in se.

Le principesse lo guardarono, toccavano il suo mantello rosso, avvolgendolo, tirando il cappuccio in modo sensuale.

“Ci stanno aspettando” disse una delle sorella dal seno e ventre morbidi. “Stasera cacciatore vieni con noi, nella terra selvaggia, ma quando tornerai non sarai lo stesso uomo. Sei Pronto?”

Il cacciatore acconsentì, e guardo che le sorelle recuperarono dai luoghi nascosti della stanza, dei mantelli rossi con cappuccio. Le osservava mentre si adornavano e si raccoglievano i capelli.

Una delle più giovani sacerdotesse spostò un grande tappetto e sollevò una botola, conducendo la processione dei 13 selvaggi incappucciati attraverso corridoi pieni di simboli e parole magiche.

La Luna piena illuminava un vasto lago ondeggiante con 12 barche vicino alla riva, capitanate da figure spettrali silenziose.

La Principessa dai fianchi e seni morbidi appoggiò l’orecchio alla corteccia di un salice, chiuse gli occhi e disse al cacciatore: “ Se ti poggi alla sua corteccia puoi sentire il suo cuore, ti aiuterà a calmare la tua mente, stai per andare in un luogo santo. Togliti gli stivali, ti aiuto a slacciarli”

Il cacciatore si inginocchiò per slacciare gli stivali, e vide che le donne incominciarono a spogliarsi. Tennero solo i loro mantelli rossi, i corsetti si sbottonarono tutti e caddero per terra, liberando dei sospiri di sollievo. L’intera sponda era decorata di stoffe sontuose.

Incominciarono a salire sulle barche, nelle loro mani tenevano solo le scarpe.

La donna dai fianchi e seni morbidi aiutò il cacciatore a salire sulla sua barca, che incontrò gli occhi della spettrale figura silenziosa: era una santa guaritrice bruciata in nome di un Re morto-vivente, la pelle dell’essere era nera ma i suoi occhi luminosi e sinceri, sorrise a quel cacciatore che non lo temeva.

“ Andiamo sorelle nella nostra terra selvaggia, costruita dalle nostre antenate con le loro ossa.”

Il viaggio attraverso l’acqua fu breve, e il cacciatore ascoltò la principessa dai fianchi e seni morbidi che gli parlava del Sacro Maschile: “ non sei il primo uomo che è venuto qui, e non sarai l’ultimo, ma potresti essere quello che stiamo aspettando”!

Poteva sentire il suono dei tamburi della ribellione, l’odore del Sacro femminile.

La compagnia scese sulla terra, solennemente marciava a piedi nudi su un terreno sacro, guidata dai fantasmi delle donne bruciate.

La maggior parte di loro si teneva le scarpe, altre le gettarono in acqua; il cacciatore capì che le scarpe erano il simbolo del controllo del padre che le voleva vergini e pudiche, proprio come i loro corsetti stretti che erano utilizzati per mantenerle legate e senza fiato.

Raggiunsero un cerchio di pietre, la congrega di fantasmi di donne bruciate e le principesse iniziarono a ballare al chiarore della luna, dando fuoco alle erbe sacre e pregando le loro antenate.

L’uomo incominciò a guardarsi dentro il cuore, e si vide insoddisfatto della vita del mondo, quel “pugno forte” di tutti gli uomini, compreso quello del Re, che denigrava la Terra.

Pianse nel vedere le donne selvagge colpire le pietre con i talloni, e si unì a loro in adorazione, anche lui a gambe aperte di fronte al fuoco del potere del sacro selvaggio.

Era una notte di innocenza erotica e preghiera della sacra sessualità. Un rituale commovente per la divinità del corpo. La strega che aveva donato il mantello rosso lo osservò a cavalcioni su una pietra sacra.

Il cacciatore stava riconoscendo la sua vulnerabilità e il suo potere insieme alle principesse, onorando il suo corpo alla luna e lo benedì…

La luna incominciò a tramontare proprio mentre nel cielo iniziò a brillare un’alba rossa, le principesse raccolsero le loro scarpe ed i corsetti distrutti e le loro anime disarmate ma colme d’amore.

Il cacciatore protestò, ancora nudo sul terreno con il suo mantello rosso e disse: “ Perché mai dovremmo tornare indietro? Restiamo!

Perché dovremmo lasciare questa terra consacrata dove lo spirito trova la pace e i nostri corpi la libertà?”

La principessa dai fianchi e seni morbidi si appoggio a lui, lo strinse forte al cuore, e guardandolo disse: “Torniamo a casa per insegnare, per rifiutare la sottomissione, andiamo a casa per mostrare le fiamme, fiamme che non possono più essere represse.”

La vecchia strega aiutò il cacciatore a rimettersi in piedi, la sua bassa e roca voce come lui la ricordava, disse: ” La donna selvaggia non sarà più tenuta chiusa a chiave e neanche l’uomo selvaggio. Va a casa e mostra al tuo Re il volto del Maschile Risvegliato”

Entrarono tutti nella stanza delle principesse mentre il sole rosso si alzava, e il Re apri la porta e il suo volto si riempì di disgusto quando vide le sue figlie nude e sporche, con i vestiti strappati e le scarpe rotte.

Gli lanciarono le scarpe, gli saltarono addosso, le donne tolsero la corona al loro padre e lui ribolli di rabbia, finché il cacciatore non si fece avanti.

Il volto del Re si confortò rivedendo il cacciatore vivo, e l’Uomo Risvegliato parlo: ” Non possiedi queste donne, ne tu che sei il padre e ne nessun altro. I loro corpi appartengono solo a loro, la psiche selvaggia e fertile porta la propria verità inviolabile. Sto con loro, non sopra di loro, ma affianco e chiamerò tutti gli Uomini Risvegliati che riconoscono degna la Donna Selvaggia”.

Il patriarca perplesso, colpito a morte dalle parole del cacciatore, vide i volti delle sue meravigliose figlie per l’ultima volta, le ombre delle donne torturate dal pavimento salirono e mangiarono in un ombra nera il patriarca.

Da quel giorno la congrega dei 13 regnò insieme, governando tavoli rotondi e sollevando divieti su tutte le cose che non erano selvagge e libere: i corsetti bruciarono, la terra senti il calore dei piedi e lo scorrere del liquido rosso dai loro uteri, che fertilizzava il mondo.

I fantasmi delle guaritrici furono accolti e la loro pelle ritornò morbida e luminosa, gli altri Uomini Risvegliati furono chiamati e cosi vissero tutti benedetti.

Questa storia mi è stata tramandata, purtroppo non conosco l’origine e ne chi l’ha scritta, so che esistono diverse versioni, ma non avendo nessun dato, posso solo trasmetterla cosi come mi è stata raccontata.

A mia nonna

Con Amore

Carla

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