Parlare di vulnerabilità ai giorni nostri: si commette quasi un reato!
La società ci vuole troppo potenti e forti, non ci insegna di certo a comprendere ed accettare che cosa possa significare “sentirsi vulnerabili”.
Potenti e forti nel lavoro, potenti e forti nel gestire la famiglia ed i figli, potenti e forti nella sessualità… delle “macchine da guerra” progettate per ottenere titoli e riconoscimenti in tutti gli ambiti della vita!
Ok! Ma a che prezzo?
La distruzione della nostra vera essenza!
Una volta che questa programmazione ci porta a diventare dei “guerrieri induriti”, può volerci poi molto tempo per deporre armatura e spada e quindi per poter, finalmente, aprirci di nuovo a ricevere il prezioso dono della presenza nella nostra verità.
Abbattere quei muri spetta solo a noi: accedere al proprio santuario con cura, spazzando via le illusioni ed esponendo le ossa. Liberandoci da tutti questi strati e maschere di protezione possiamo vedere la nostra vita con straordinaria chiarezza e scoprire valori da rispettare, onorare e condividere in modo autentico.
La vulnerabilità non è una debolezza ma la porta dell’amore, un accesso a ciò che abbiamo di più profondo dentro il cuore.
Le ferite profonde dovute all’educazione o alle esperienze negative ci portano inevitabilmente a circondare il nostro cuore con questi muri di protezione: temendo la nostra vulnerabilità, chiudiamo tutte le nostre porte per non essere nuovamente colpite.
Il viaggio per riconoscere ed accettare la mia vulnerabilità è stato molto duro ma anche se porto molte cicatrici, posso di sicuro affermare che ne è valsa la pena.
Ho imparato molto lentamente ad abbracciare questa parte di me: vivevo la mia esistenza, come tutti, dentro un campo di auto-protezione che in realtà mi procurava solo maggiore sofferenza.
Quando ho iniziato a dare il permesso a me stessa di perdere il controllo, ho incominciato da principio a sentire un forte senso di impotenza: ogni pezzo di me sparso per aria, mille pezzettini che mi riflettevano e mi giravano in torno… ma quando sono caduti per terra, mi sono vista nuda, vera.
In quel momento ho cercato di essere il più gentile possibile con me stessa e così facendo ho provato una grande sensazione d’”essere”, mi sono accettata ed ho iniziato a sentire la vita scorrermi di nuovo dentro.
“Più mi proteggevo e più le paure mi cercavano”, questa è stata la consapevolezza che mi regalò quel momento.
Lascia che la tua vulnerabilità ti accompagni verso la sensualità
Ogni volta che tratteniamo qualcosa dentro e non la facciamo esprimere, ci separiamo da noi stessi….
….continua sul libro
Carla
Questo è un estratto del mio libro : “Donne Poesia – Il Sacro Erotismo“
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